UN SALUTO A GRAZIA
La ragazza appoggiata al parapetto
La straziante increspatura della primavera
ancora verdissima sotto il ponte,
le onde leggere che riflettevano il suo arrivo
agile, di una bellezza tale
che, per paura di sfigurare, un’oca selvatica sarebbe volata via.
(In Qiu Xiaolong, La ragazza che danzava per Mao)
9 MARZO. Questo è l’ultimo “buon giorno” che Grazia rivolgeva con costanza ogni giorno a tutti quelli che la conoscevano e che la seguivano anche su Facebook. Erano citazioni di libri, pensieri, spunti di riflessione, poesie, ritrattini tratti dalle sue letture e che voleva condividere e mettere a disposizione degli altri. Per tutti noi un bel modo di cominciare la giornata e di proseguirla tornando con la mente alle parole del giorno.
Ci piace pensarla così, come le accadeva spesso di fare al mattino, sulla sponda del fiume Lemene, fiume di risorgiva che dalla pianura friulana scorre lento e silenzioso fino alla laguna di Caorle, passando vicino alla sua grande e solida casa, mentre ascolta e osserva l’acqua e la vita che c’è sul fiume. Volgere lo sguardo verso l’arco dei monti che sfuma verso nord e poi perdersi verso sud con i suoi pensieri a rincorrere il fluire del fiume verso la pianura e i lontani orizzonti.
Per Grazia il fiume con i suoi colori e la sua mutevolezza, era bellezza e armonia, ma anche una suggestiva metafora di quello che lei era.
Un fiume collega paesi diversi, unisce la montagna alla pianura, mette in comunicazione comunità e territori e Grazia, al di là di una prima superficiale conoscenza dalla quale poteva trasparire una certa spigolosità, era una donna di dialogo, di collegamento, di superamento delle divisioni, delle differenze in una visione più vasta in funzione dell’obiettivo da raggiungere.
Un fiume è anche impetuoso e Grazia agiva con trasporto, veemenza e forza; a volte certi suoi giudizi potevano sorprendere e lasciare disorientati, ma erano sempre dati nell’intento di migliorare.
Non si può imbrigliare un fiume e lei non poteva essere imbrigliata, non il suo senso critico, non la sua vis ironica, non il suo spirito libertario figlio della sua amata Romagna.
Un fiume è una sfida e Grazia ha raccolto tutte le sfide della sua vita, mettendo la sua intelligenza a disposizione del sapere, del continuo accrescere le conoscenze, credendo fino in fondo che uomini e donne saranno in grado di superare i momenti bui, come quelli che stiamo vivendo, raccogliendo le sfide e non ritirandosi in se stessi;
Un fiume scava e Grazia era animata da un bisogno di capire, di andare a fondo, costruire relazioni, progettare scenari per migliorare la vita di tutti, creare occasioni di incontro e confronto, mettere in moto le risorse degli altri, proponendosi con la propria vita, il proprio sentire, i propri pensieri, i propri dubbi, le proprie debolezze e senza nascondere i propri dolori.
Un fiume è passione e Grazia è stata una persona che ha vissuto con profonda passione tutto quello che ha fatto: dall’insegnamento alla direzione di ben cinque istituti superiori, dall’arte alla storia e alla letteratura, dalla lettura al buon cibo e ai mille modi di prepararlo. E poi la grande passione per la politica intesa come polis, come bene comune. La sua politica, talvolta non compresa, andava oltre; era al di sopra della quotidianità, era, usando parole non di moda, etica, ideale, era impegno personale; ricordiamo i suoi interventi dedicati alla Costituzione, al 25 aprile, alla giornata della memoria rivolti ai bambini e ai ragazzi delle scuole… fino all’ultimo
Un fiume quando scorre tranquillo nasconde la sua forza che si trova al suo interno e forza di Grazia era la sua intelligenza, il suo coraggio, il suo spirito combattivo, i suoi sogni di un mondo migliore. É stata una grande resistente e quello che ci ha insegnato in questi non facili anni credo resterà un esempio per tutti. Fino all’ultimo ha resistito alla sua malattia, non ha ceduto come un masso che si oppone alle piene.
Un fiume accoglie ogni creatura che si avvicina e Grazia è stata generosa con tutti: con gli studenti, con gli amici, con i conoscenti, con i compagni di viaggio. Ha saputo mettersi a disposizione di e per tutti, sempre senza chiedere niente per sé. La sua grande umanità la faceva stare dalla parte del più debole, dell’offeso, dello sfruttato, pronta a lottare e opporsi alle ingiustizie.
Sarà difficile immaginare un futuro senza di lei, senza la sua forte presenza fisica, intellettuale e culturale; sarà difficile per Portogruaro, per gli amici, per l’Atelier che ha guidato per oltre trent’anni, per l’ANPI, di cui è stata Presidente negli ultimi cinque anni, per gli studenti, per chi l’ha conosciuta anche da avversaria, per chi ha incrociato la sua vita. Ma mancherà nella quotidianità soprattutto a Lisa, Paolo, Lorella, ai suoi nipoti, Ada, Caterina, Virginia, Memet, a Chiara, Rita e Claudio, e a tutti, e sono moltissimi, che gli sono stati particolarmente vicini e che si riconoscono in queste parole.
Saremo tutti più poveri senza di te…ma ti promettiamo che continueremo a portare avanti i tuoi meravigliosi sogni. Ciao Grazia, potrai ora raggiungere Tino, il grande amore della tua vita e insieme riposare.
Livia Cappella a nome dell’Atelier di lettura
Portogruaro, 7 maggio 2019

Ricordo perfettamente Grazia Liverani: la sua passione, la sua cultura ed anche la sua vis ironica. Quando muoiono queste persone ripenso sempre a quello che mi insegnò il mio professore di italiano: “…. per noi socialisti l’immortalità è il ricordo che le persone con il loro operato lasciano di sé e lo stimolo che imprimono affinché altri continuino la loro opera.”
Ecco io credo che Grazia Liverani continuerà a “vivere” per molto tempo.
Mauro Sbordoni

Maria Grazia diresse il Liceo di Maniago tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Era un momento di grande vitalità e crescita della scuola: in quegli anni, al Liceo scientifico d’ordinamento si affiancava la sperimentazione linguistica “Brocca”, dalla quale avrebbe in seguito avuto origine il Liceo linguistico.
La Preside improntò la propria attività per favorire la crescita umana e civile della comunità scolastica, promuovendo importanti iniziative, tra le quali andranno almeno ricordate quelle legate alla scrittura creativa e alla lettura, che si sarebbero radicate ed evolute negli anni successivi. Va aggiunto che in quegli anni si formò, con lei e grazie a lei, una generazione di giovani insegnanti, che sarebbero rimasti a Maniago, per diventare figure di riferimento nella scuola, o che sarebbero passati nei Licei di Pordenone e San Vito, continuando in diverse maniere a lavorare con lei, anche dopo il suo trasferimento da Maniago.
Sotto la presidenza di Maria Grazia Liverani avvenne un particolare e significativo passaggio, nella vita della scuola, cioè l’intitolazione ad Evangelista Torricelli, che ebbe luogo nella primavera del 1991. Mi è caro ricordare che, proprio in occasione del venticinquesimo anniversario di quell’evento, la Preside ci accordò volentieri la riedizione del volume di poesie di Flavio Gallio, docente del Liceo maniaghese e poi del Liceo di San Vito, che lei stessa aveva curato: fu quella, per noi, l’occasione di riscontrare ancora, tra docenti, ex docenti, ex allievi, il prezioso ricordo d’impegno umano, intellettuale e civile per la scuola e per la società che la Preside aveva lasciato nella comunità maniaghese.
Questo ricordo, prezioso esempio per il nostro agire quotidiano, noi vogliamo testimoniare anche oggi, nel momento di tributare l’ultimo saluto a Maria Grazia Liverani.
Il dirigente scolastico
Piervincenzo Di Terlizzi
ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE
“Evangelista Torricelli”
Via Udine, 7 - MANIAGO (PN)
COMMEMORAZIONE
DI GRAZIA LIVERANI MARTEDI’ 7 MAGGIO 2019
Nel
pensare a Grazia Liverani, sempre e ancor più nell’occasione della
sua scomparsa, ciò che mi viene in mente subito è che da lei ho
sempre imparato. L’ho conosciuta come Preside quando facevo
l’insegnante e da lei ho appreso, e mai più dimenticato il modo di
condurre e governare una riunione, una classe, una scuola.
L’ho
conosciuta come direttrice scientifica dell’Atelier di lettura e ho
verificato meglio la sua grande competenza e le sue vastissime
letture, spesso molto originali e cavate dal solito, e la sua
capacità di ideare e portare avanti progetti. L’ho conosciuta,
poi, come Presidente della sezione Dino Moro dell’ANPI di
Portogruaro e ho riscoperto molte sue virtù o prerogative che già
mi erano note. Grazia Liverani ha svolto questo mandato degli ultimi
anni, pur non essendo più nel pieno delle sue forze, con il piglio e
l’entusiasmo di una ragazza, di una ragazza che si affaccia con
passione alla vita. La sezione, negli ultimi anni è cresciuta ed ha
svolto molte iniziative in collaborazione con molti organismi anche
perché Grazia Liverani pensava alla vita della sezione e non passava
giorno che non sentisse, per fare il punto della situazione, i suoi
più stretti collaboratori. In questo senso mi ricorda Aldo
Camponogara, partigiano e già anima della locale sezione intitolata
a Dino Moro per il suo lavoro e il suo impegno pervicace e
instancabile.
Con Grazia Liverani si è realizzata una costante
presenza nelle scuole da parte dell’Anpi ed è merito suo se molti
ragazzi hanno conosciuto per la prima volta gli ideali che
animarono la lotta di Resistenza e che tuttora devono essere
rivendicati con forza: quelli della Libertà, della Democrazia,
dell’uguaglianza, dei diritti della persona e della cultura.
Innumerevoli sono stati gli incontri che Grazia Liverani ha condotto
nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori
trovando sempre corrispondenza nella sensibilità di molti giovani
studenti che in lei vedevano un punto di riferimento.
Aveva a cuore
la memoria ed è merito suo se, in questi anni, si è potuto
ricordare il dedicatario della nostra sezione, Dino Moro, partigiano,
con un convegno, la proiezione di un film e una lettura scenica.
Grazia Liverani era convinta che si dovesse spiegare il perché certi
luoghi, certe associazioni, certe strade si chiamassero in un modo
piuttosto che in un altro. Durante la sua Presidenza, l’ANPI ha
avuto modo di collaborare con altre associazioni ed organismi: La
Ruota di Gruaro, l’associazione Noi Migranti, Il Comitato per la
pace, Libera, La rete degli studenti, ed altre in una fattiva
interazione. Quando nella vita della nostra sezione ci sono stati,
come è logico, momenti dialettici, non ha mai perso di vista il bene
ultimo dell’associazione, da donna intelligente e lungimirante
quale era e ha operato perché sempre fosse mantenuta l’unità
della sezione. Grazia Liverani ha sempre avuto presente molto
chiaramente gli ideali del socialismo che tante radici hanno nella
sua terra di Romagna e che mai in lei sono venuti meno o si sono
spenti. Quegli ideali di giustizia sociale, di attenzione per gli
ultimi, di solidarietà, di sentimento di fratellanza. La sua stessa
famiglia ne è un esempio. Grazia Liverani aveva fortissimo il senso
dell’amicizia e sapeva capire il valore delle persone, nelle loro
diverse peculiarità, dando spazio alle qualità di ognuno.
Anche lei
è stata una combattente e una resistente, anche se non in senso
strettamente storico: nel corso di uno dei nostri ultimi incontri,
dal suo letto di ospedale, ha parlato dell’ANPI, con me e con il
segretario, Piero Santaliana, pur con un filo di voce, in un modo
appassionato e da vera lottatrice. Per ciò che mi riguarda
personalmente, sono contenta di avere aderito, oltre che all’ANPI,
anche all’Atelier di lettura perché ho avuto modo di confrontarmi
quotidianamente con lei in un contrasto “dialettico” ma sempre
fecondo in questi ultimi anni. Per parafrasare una comune amica:
Grazia non è più con noi, ma per la sua voglia di vivere e la sua
vitalità, è viva. Tutti i soci e i simpatizzanti dell’ANPI, i
membri del comitato direttivo, il Segretario, Piero Santaliana, il
vicepresidente, Sergio Amurri, si stringono ai suoi cari e agli amici
tutti in un affettuoso abbraccio.
Per
l’ANPI Portogruaro sezione “Dino Moro”
Lorenza
Moro