Il
vecchio che leggeva romanzi d’amore
Luis Sepŭlveda
Nello spazio dedicato ai
libri che parlano e si interrogano sulla pratica della lettura, proponiamo il
breve, intenso e poetico romanzo di Luis Sepŭlveda Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
Il “cileno errante”, come lo
ha definito Pino Cacucci, vive ora in Spagna, nelle Asturie, dopo aver
viaggiato a lungo in America Latina e nel resto del
mondo, anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace, ed aver risieduto
a Parigi e ad Amburgo.
Luis Sepúlveda ha
lasciato il suo Paese nel 1977 al termine di un’intensa stagione di attività
politica, conclusasi drammaticamente con l’incarcerazione da parte del regime
del generale Pinochet. Gli fu permesso di trasformare la pena in esilio.
Dopo essere
rimasto per poco tempo in Argentina e poi Brasile, arrivò a Quito in Ecuador
dove ebbe modo di conoscere un mondo che tanta influenza ebbe nel suo destino
di scrittore, oltre che di militante in favore di una natura violata e
saccheggiata.
Per sette mesi ha
vissuto nella selva amazzonica con gli indios shuar di cui ha imparato la
lingua e il rispetto per i delicati equilibri della Madre Terra. Da
quell’esperienza ha tratto il suo libro che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo,
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
Nel libro
convivono due storie che si intersecano una con l’altra e che vedono entrambe
protagonista il vecchio Antonio José Bolivar
Pronao, una incentrata sulla lettura e l’immaginazione, l’altra sull’epica sfida
tra l’uomo e l’animale.
Il vecchio vive
solo nella foresta in una piccola capanna di canne, in riva al fiume, in cui ha
sistemato ordinatamente lo scarso mobilio, una fotografia sbiadita di Dolores,
la donna che fu sua moglie e i ricordi della sua vita passata di colono bianco
ai margini della foresta.
Il vecchio
Antonio José ha scoperto di saper leggere e ama leggere. Legge lentamente, con
l’aiuto di una lente mettendo insieme le sillabe, mormorandole a mezza voce,
come se le assaporasse e quando un brano gli piace particolarmente, lo ripete
varie volte. Leggere è qualcosa di magico, un’esperienza unica per Antonio
José, è come un atto d’amore il cui godimento va prolungato il più possibile.
Si avvicina ai
libri con lo stupore, la gioia e la meraviglia che provano anche i bambini
quando le parole svelano mondi nuovi e sconosciuti e gli occhi si
illuminano. La lettura è così potente
che gli permette di conoscere nuove realtà, di immaginare i luoghi dove sono ambientate
le storie, di impadronirsi dei sentimenti e delle idee plasmati sulle pagine,
di scoprire la bellezza del linguaggio umano.
I suoi libri preferiti
sono le storie d’amore, tristi, con gente che si ama davvero e che soffre,
amori sfortunati, sempre che finiscano bene, però. Si commuove e la lente, di
cui si serve per leggere, gli si appanna di lacrime nel leggere i libri di
amore dove i personaggi mescolano felicità e sofferenza.
Quei libri parlavano d’amore con parole così
belle che lo facevano sognare un mondo diverso e gli facevano dimenticare la
barbarie umana.
Per l’Atelier di lettura
Livia
Cappella